Ma voi rinviate?
Siamo Carlo e Giulia, una giovane coppia di neo-sposi. Lo scorso 2 agosto, ad Assisi, abbiamo deciso di sposarci. Una data da cerchiare in rosso sul calendario e aspettare con trepidazione: 16 maggio 2020. Con tanta gioia ed entusiasmo iniziamo a preparare i nostri cuori per accogliere la Grazia del matrimonio accompagnati dalle nostre guide spirituali. Un matrimonio essenziale, questo desideravamo. Essenziale e sobrio, che raccontasse la bellezza della presenza di Dio nel nostro amore. In cui ci fosse tutto ma in maniera semplice. Proprio come la vita di Francesco di Assisi che tanto ci affascina: una vita povera, ma di una bellezza sconfinata!
Un nome nuovo comincia a circolare su giornali, notiziari, pagine web: Coronavirus. All’inizio non spaventa, non sembra nulla di preoccupante e poi la Cina è così lontana. Ma i cosiddetti positivi cominciano a salire, così come le vittime; i confini crollano ad uno ad uno; il CoVID sembra inarrestabile, ci obbliga al lockdown! La pandemia ci costringe a rimodulare la nostra vita, le nostre abitudini, il modo di viverele relazioni: prima fra tutte il nostro amore: la quarantena ci tiene separati per quasi due mesi. Impariamo a vivere in modo nuovo il nostro fidanzamento: iniziano le videochiamate, i momenti di condivisione, di preghiera e anche di discussione (quando serve!) al telefono. Condividiamo pranzi o cene davanti al display. Impariamo che qualsiasi prova puoi scegliere di viverla come una condanna o come un’occasione. È stato un periodo faticoso ma fecondo, utile per rallentare il tempo, riordinarlo, per riflettere su cosa è davvero importante, per riscoprire un nuovo modo di essere in comunione e qual è il desiderio più grande del nostro cuore.
“Ma voi cosa fate, vi sposate o rinviate?” Questa la domanda che continuamente ci veniva rivolta. Come prendere una decisione che ci sembrava così tanto più grande di noi se non chiedendo allo Spirito di guidarci? Abbiamo messo tutto in discussione, consegnato le nostre vite e i nostri desideri nelle mani sicure del Padre, certi che qualsiasi cosa ci avesse proposto sarebbe stata per il nostro meglio. Ci siamo domandati cosa fosse essenziale per noi, più dei festeggiamenti, degli addobbi, delle foto da incorniciare, dei brindisi e dei banchetti. Nel nostro cuore ardeva il desiderio di cominciare una vita insieme in Cristo, di diventare una piccola Chiesa, di essere una Parola di vita pronunciando il nostro sì in Lui. Un sì umile e povero come quello di chi dona tutto ciò che ha. Povero come quei fratelli che incontriamo svolgendo settimanalmente il volontariato a Termini e che ci mostrano il volto sofferente di Cristo.
Il nostro desiderio è rimasto, immune al Coronavirus, spogliato di tutto, intatto e incorrotto nella sua essenzialità. Ancora una volta il Signore desiderava farci gustare la Sua eterna fedeltà. E allora la nostra decisione di accogliere quello che Egli ci stava proponendo: ci sposiamo! Rimaniamo fedeli alla nostra decisione perché la vita non aspetta e continua a chiamare nonostante l‘epidemia, i blocchi e la quarantena.
Comincia il conto alla rovescia, i preparativi, pochi e nella totale incertezza fino all’ultimo giorno! Eppure la Parola di Dio ci consola quotidianamente e ci ricorda la fedeltà del Signore. Ci aiuta a sostenere le fatiche, le incomprensioni di chi, vicino o lontano, non riesce ad intravedere comunque la bellezza nella nostra scelta. La Parola che abbiamo scelto per la celebrazione: la “vite vera”, ci esorta a “rimanere nel Suo amore”; nei tre giorni che precedono il matrimonio questa Parola viene presentata a piccoli brani del giorno, come se il Signore ci stesse accompagnando verso il nostro incontro in Lui infondendoci coraggio, speranza e consolazione con il Suo Amore.
Il 16 maggio finalmente arriva! Ci ritroviamo sotto casa di Giulia. Eccoci qui, finalmente pronti per andare incontro al Signore! Emozionati, felicissimi nonostante tutto! In macchina siamo rigorosamente distanziati: lo sposo alla guida, la sposa sul sedile posteriore con la testimone. Arriviamo in Chiesa, ci prendiamo per mano e ci dirigiamo verso l’altare. La Chiesa è deserta, tra i banchi campeggiano le foto di chi ci sta osservando da casa grazie alla diretta Facebook che siamo riusciti ad avere! Un coro essenziale accompagna con il canto il nostro ingresso. Sembra non esserci nulla ed invece c’è tutto! La nostra gioia piena, il nostro desiderio di pronunciare il nostro sì in Cristo, la vicinanza di chi da casa ci osserva e prega per noi, insieme a noi, la comunione con chi ci ha accompagnato in tutto questo tempo, in cielo e in terra. Quel giorno all’altare abbiamo portato proprio tutti, ogni volto incontrato durante le nostre vite. Il Signore ha ascoltato il nostro desiderio: quella essenzialità che noi anelavamo ce l’ha restituita trasfigurata, trasformata con la creatività del Suo amore. Il canto di Comunione che abbiamo scelto afferma: “In Lui tutto è possibile!”; ripensiamo a quel 16 maggio, alla nostra gioia piena, guardiamo le fedi che brillano sulle nostre dita e ne siamo certi: “Abbiamo visto l’Amore vincere!”
Carlo e Giulia