All’apertura della mattinata ha provveduto la preghiera comune: aiutati dalla lettera di S. Paolo ai Romani, i partecipanti al capitolo si sono lasciati stupire dall’amore di Cristo che, preveniente, oblativo, sicuro e senza condizioni, contribuisce a dare un orizzonte di senso alla quotidianità del nostro tempo.
A seguire l’incontro con la professoressa Cecilia Costa che ha messo un luce le potenzialità e gli aspetti problematici del nostro tempo, dando anche l’apporto della letteratura esistente.
Alcuni degli aspetti emersi sono la frammentazione e la pluralità culturale, che non permettono una sana trasmissione dei valori, e l’analfabetismo emotivo, a cui contribuisce anche la crescente e precoce digitalizzazione di ogni aspetto della vita; tutto ciò non contribuisce alla formazione di una solida identità.
Nella seconda parte della mattinata i capitolari si sono lasciati provocare dalle parole di padre Erminio Antonello, vincenziano, di lunga esperienza nella formazione. È partito da una domanda: quale filo per orientarsi oggi nella frammentazione che, inevitabilmente, si rispecchia nelle dinamiche delle nostre comunità? La frammentazione, infatti, non è generativa! Partenza dalla premessa che nessuna comunità è perfetta, ha indicato alcuni percorsi. Si potrebbero riassumere (pur senza rendere giustizia) con le parole: accoglienza, stima dell’altro, desiderio, libertà nella relazione, evitamento della pretesa e della presunzione. Senza esaurire il tema, il padre ha continuato indicando possibili piste…
Il breve e prezioso intervento dell’ispettore don Stefano, è stata l’ultima rincorsa prima del tuffo nel pieno dei lavori del capitolo. le sue parole, brevi e incisive, hanno avuto come argomento la fecondità; tramite un parallelismo con il parto ha ricordato che non c’è generatività senza disponibilità a sopportare il dolore che questa comporta. ricordando che non abbiamo bisogno di battitori liberi quanto di persone che abbiano davvero a cuore la comunità, ha enucleato le sfide alle quali, per essere profetiche, dobbiamo volgere lo sguardo: i giovani più poveri, i giovani grandi e le famiglie (e queste ultime anche come fonte di confronto costruttivo). Inoltre lasciarsi provocare dalla sfida profetica della collaborazione tra Salesiani di don Bosco e Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nel pomeriggio, si è lavorato per commissioni sulle domande.