Dall’Istituto Maria Ausiliatrice di Catania – Ispettoria Sicula – Italia
La Circolare scelta dall’Ispettoria Sicula “Madre Morano” è la N. 992 Rigenerate dallo Spirito Santo per essere comunità generatrici di vita. Questo è il tempo del vino nuovo da porre in otri nuovi.
Ci chiediamo:
1) Quali atteggiamenti coltivare per vivere con rinnovato amore e speranza le relazioni quotidiane: segno che “qualcosa di nuovo” sta avvenendo?
Atteggiamento di disponibilità alle ispirazioni dello Spirito Santo per realizzare tra
noi il desiderio di Gesù: “Che siano una cosa sola” Ciò implica:
a) liberazione dai preconcetti e rispetto dell’altro/a perchè tempio di Dio.
b) accoglienza e perdono per le ferite talvolta ricevute
c) collaborazione quando è necessaria
d) cordialità e non sottolineature negative
Atteggiamenti di cordiale e serena accoglienza, di reciproco rispetto, di pazienza, Di fiducia, di misericordia, di amorevolezza e delicatezza
Atteggiamenti pacifici e pacificanti, sdrammatizzando quando capita qualche imprevisto o incomprensione
La consapevolezza che siamo di passaggio su questa terra ci aiuta a vivere in modo nuovo e diverso.
L’atteggiamento del servizio e del dono incondizionato, senza se e ma; la lotta all’indifferenza e all’egoismo; la passione per il bene di tutti; l’accoglienza della sfida educativa per formare cittadini impegnati.
Atteggiamenti di umiltà: non sentirsi mai superiori agli altri; accettare le diversità degli altri senza pretendere di cambiarle.
Atteggiamenti improntati alla comprensione, alla condivisione di gioie e dolori, all’ascolto disponibile e disinteressato, ricordando le tre paroline di Papa Francesco: permesso, grazie, scusa.
2) Come aiutarci a prendere maggiore consapevolezza della presenza operante e trasformante dello Spirito Santo nella nostra esperienza personale e comunitaria, nella vita dei bambini, dei giovani, delle persone che incontriamo?
- Attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera, una preghiera (come dice Papa Francesco) che scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo ogni giorno sempre più al Signore e alla sua volontà. Se siamo donne di ascolto della Parola e dello Spirito, che vuole abitare il nostro cuore, diveniamo capaci di dare a tutti accoglienza, calore umano, gioia, pace, misericordia, perdono. Lo Spirito Santo aprirà il nostro cuore al bello e al buono in ogni persona e situazione e saremo capaci di vedere ciò che lo Spirito opera in noi, negli altri e attorno a noi.
- Lo Spirito Santo agisce in ciascuna di noi. Dobbiamo avere occhi e cuore per sentire e vedere la sua presenza in ogni istante della giornata, cercando di penetrare le cose, gli avvenimenti, le persone, perché niente succede a caso e lo Spirito Santo si manifesta. Dobbiamo chiedere a lui che è Intelletto, Sapienza, Scienza, che ci faccia capire, nella giornata, gli avvenimenti e leggere tutto con atteggiamento di fede, perché lo Spirito del Signore si manifesta nelle situazioni concrete della giornata, più o meno belle.
- Mediante un ascolto sempre più docile allo Spirito di Dio per essere disponibili e aperte alla sua azione trasformante nella nostra vita, nella Chiesa, nel mondo.
- E’ la meditazione della Parola di Dio che ci fa vedere nell’altro/a la presenza invisibile, ma reale di Dio che ci porta a considerare la persona, chiunque sia, come creatura e figlia appartenente a Lui.
- E’ la fede che ci aiuta a sentire viva la presenza dello Spirito in noi e nei nostri vicini, sia sorelle che laici e/o alunni.
- La luce dello Spirito Santo, con tutte le sue sfaccettature, è un dono all’uomo. Nella vita quotidiana, talvolta, sembra assopito; pertanto è necessario che la famiglia, la scuola, tutte le agenzie educative educhino ragazzi e giovani a riscoprire questa essenziale presenza.
3) Quale attenzione del cuore per percepire la sua voce, la sua luce?
- L’attenzione del cuore costante e fiduciosa che rende lo sguardo limpido e spinge a stabilire rapporti genuini con tutti. Solo Lui ci aiuta a percepire l’energia creativa che è in noi e ad aprirci alle sorprese della vita.
- Per ascoltare la voce dello Spirito dobbiamo fare silenzio in noi e attorno a noi e aprire il cuore all’ascolto e alla preghiera. Accogliere, invocare, ringraziare; accogliere tutto come dono, invocare con la preghiera e ringraziare con la vita.
- Ascolto attento per cogliere la voce dello Spirito che parla a tutti; questo richiede un cuore libero da attaccamenti terreni e distaccato dalla frenesia del fare.
- Meditare la Parola di Dio, per farla diventare alimento, vita, sapendo che lo Spirito del Signore ci parla. Chiedere in ogni istante della giornata cosa Lui ci suggerisce e pertanto essere in costante discernimento.
- È necessario ritagliarsi dei tempi di silenzio per percepire la voce dello Spirito, che continuamente ci interpella e illumina la nostra strada.
4) Perché il colloquio, che secondo don Bosco è la chiave che apre i cuori, è caduto in disuso in alcune nostre realtà?
- Il colloquio, secondo il pensiero di Don Bosco è molto importante per il buon andamento della comunità e la serenità personale. Ciascuna, con semplicità, deve aprire il proprio cuore, manifestare la propria situazione ed evidenziare le eventuali difficoltà che incontra nell’assolvere i doveri relativi alla vita spirituale, alla missione e al proprio ufficio. La direttrice, nella segretezza, deve ascoltare e, nei limiti del possibile, provvedere ad ovviare le difficoltà, particolarmente quando queste riguardano la vita spirituale; in ogni caso, lei, con fraterna bontà, dialoghi e condivida quel che è condivisibile.
- È caduto in disuso perchè, alcune sorelle hanno percepito un interesse maggiore per l’aspetto economico, strutturale e organizzativo, anziché per la persona. Si è indebolito, inoltre, lo spirito di famiglia e la fiducia reciproca.
- Perché non si vuole manifestare apertamente quello che costa più fatica
- Per la poca fiducia in alcune direttrici che non sanno mantenere il segreto del colloquio
- Per l’autosufficienza di alcune consorelle nel sentirsi superiore alla direttrice
- Perché c’è poca stima reciproca e poca prudenza; perché è meglio chiarire e parlare direttamente con la persona interessata se sorgono problemi relazionali.
- Perché c’è suscettibilità, aggressività, autodifesa. Dobbiamo crescere nella pazienza, nella benignità, nella mitezza, nell’umiltà, nella tolleranza, per vivere di più la carità
- Perchè la fretta e i ritmi accelerati, a cui bisogna adeguarsi, non favoriscono l’incontro
- Perché manca la sintonia profonda che porta a condividere tutto
- Perché, talvolta, non si avverte la vicinanza nei momenti di criticità di vario genere (problemi di salute, situazioni familiari, difficoltà a livello educativo…).
