Come Gesù Cristo, costretti a fuggire
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni
Il 27 settembre 2020 si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Dice il Papa: “Ho deciso di dedicare questo Messaggio al dramma degli sfollati interni, un dramma spesso invisibile, che la crisi mondiale causata dalla pandemia COVID-19 ha esasperato. Questa crisi, infatti, per la sua veemenza, gravità ed estensione geografica, ha ridimensionato tante altre emergenze umanitarie che affliggono milioni di persone, relegando iniziative e aiuti internazionali, essenziali e urgenti per salvare vite umane, in fondo alle agende politiche nazionali”.
I gravi problemi che stiamo affrontando rischiano di chiudere il nostro cuore, come più volte il Papa ci ha ricordato, illudendoci che basti, per uscire dalla crisi che stiamo attraversando, star bene noi. In un mondo in cui “tutto è connesso”, se non impariamo a sentirci davvero, profondamente interdipendendenti. La sofferenza dell’altro non solo mi riguarda, ma mi tocca e accresce la mia, anche se non me ne rendo conto. Anche Giuseppe e Maria sono stati costretti a fuggire per salvare il piccolo Gesù. In coloro che sono sfollati, possiamo “riconoscere il volto del Cristo affamato, assetato, nudo, malato, forestiero e carcerato che ci interpella (cfr Mt 25,31-46). Se lo riconosciamo, saremo noi a ringraziarlo per averlo potuto incontrare, amare, servire”.
Nel suo messaggio, il Papa ci suggerisce atteggiamenti e azioni a partire da alcune coppie di verbi: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire. Nel canale youtube del sito MIGRANTS REFUGEES è possibile vedere brevi video che approfondiscono queste coppie di verbi e che presentano testimonianze.
La Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha pubblicato gli “Orientamenti Pastorali sugli Sfollati Interni” che pubblichiamo QUI