Esercizi – Incontri per FMA e FAMIGLIA SALESIANA
La fondazione sorse nel 1929 per la generosità di un salesiano Don Adolfo Torquinst che donò il suo patrimonio per opere di bene. Il villino di Castelgandolfo era in condizioni piuttosto precarie e lo stesso benefattore fece compiere restauri, ampliamenti, ecc. che lo resero abitabile solo nel 1931. Le due prime suore, Sr Chiari Margherita e Sr Rossi Giuseppina, erano incaricate di seguire i lavori e facevano parte della comunità del Noviziato.
La casa si aprì il 22 giugno 1931 come aspirantato missionario e venne dedicata a S. Rosa da Lima a ricordo della mamma di Don Adolfo che si chiamava Rosa. Fin dal primo anno ospitò 12 aspiranti.
Nel 1937 accolse anche le postulanti che fino allora erano rimaste nella casa del Testaccio in Via Ginori. Furono anni molto fecondi per le vocazioni.
Il 20 gennaio 1944 le aspiranti e postulanti, a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, si trasferirono a Roma, in Via Palestro, 85, presso la casa di un ebreo nascosto per sfuggire ai tedeschi. Il 7 agosto dello stesso anno, dopo la liberazione di Roma, tornarono a Castelgandolfo.
Nel 1944 alle “Cappellette di San Luigi” a Roma, in via Liberiana, accanto alla Basilica di S. Maria Maggiore, si iniziò una nuova opera per ragazze sfollate e sinistrate a causa della guerra. La casa apparteneva ai “Missionari Imperiali”, un’Associazione di sacerdoti che operavano nella città. Il Card. Vicario appoggiava la nostra opera, ma i “Missionari Imperiali” più volte intervennero perché fossero lasciati liberi gli ambienti che servivano per le loro iniziative.
Le suore allora si diedero tanto da fare poter trovare un altro alloggio, ma non riuscirono a superare le numerose difficoltà. Dopo tante fatiche e vane ricerche, nel 1946, le superiore, pur di non abbandonare le ragazze e chiudere l’opera, suggerirono di accoglierle nelle nostre case: 32 bambine vennero ospitate nella casa S. Giuseppe in Via della Lungara, le altre, circa 40, si trasferirono nel villino di S. Rosa. Le aspiranti e postulanti, allora, si spostarono nella casetta del Noviziato.
Nel 1950 dopo la chiusura della scuola, le ragazze vennero distribuite in altre case di Roma, dovevano potevano essere aiutate e assistite.
Le aspiranti tornarono a S. Rosa., ma, per desiderio dell’Ispettrice, Madre Teresa Graziano, il 9 novembre 1957 lasciarono di nuovo il villino che venne adibito a casa di riposo per consorelle anziane e passarono nell’Istituto S. Giovanni Bosco di Cinecittà. Durante questi anni nel periodo estivo ospitarono le interne di Ladispoli, alcuni passaggi e suore per brevi tempi di riposo
Il 14 dicembre 1967 la casa, dopo alcuni lavori che la resero più funzionale, accolse di nuovo aspiranti e postulanti, per volere dell’ispettrice Madre Rosetta Marchese che desiderava un posto più raccolto e più adatto per la formazione delle giovani che desideravano abbracciare la vita religiosa salesiana. Il luogo più tranquillo doveva favorire lo studio e la preghiera. Le suore anziane passarono alla scuola materna S. G. Bosco in Piazza Decemviri.
Nel 1971 si divise l’Ispettoria, ma le aspiranti e postulanti rimasero insieme fino al 1973.
Nell’anno 1973/74 la casa funzionò come centro di spiritualità, ma nel 1974, per un anno, riprese ad essere casa di formazione per tutte e due le Ispettorie.
Nel 1975 ci fu la separazione: le giovani dell’Ispettoria S. Agnese, per la maggioranza native della Sardegna, si stabilirono a Macomer, mentre quelle dell’Ispettoria S. Cecilia tornarono all’Istituto S. Giovanni Bosco. S. Rosa per alcuni anni tornò ad essere casa di accoglienza. Intanto le superiore si interrogarono molto sul suo futuro: se adibirla ancora a casa di riposo o costituire un centro per convegni e ritiri.
Nel 1979 il Consiglio ispettoriale decise l’ampliamento della casa, con la costruzione di camerette, del salone e di altri assestamenti. Si procedette quindi alla ristrutturazione degli ambienti e si scelse la seconda opzione: da allora la casa S. Rosa fu adibita a convegni, ritiri ed Esercizi Spirituali.
Nel 1995 si acquistò la casa confinante che venne intitolata alla Beata “Madre Morano”, con lo scopo di ospitare le aspiranti e postulanti dell’Europa dell’EST che rimasero lì fino al 1998.
Attualmente la Casa ospita le FMA per convegni, ritiri ed Esercizi Spirituali.