“Qual è il segreto della tua longevità?” chiede una novizia a sr Adelina, mentre simula un simpatico “TG Bosco”. E sr Adelina Corbanese, della Comunità “Santa Rosa da Lima”, 100 anni il 12 dicembre 2019, risponde senza esitare e sorridendo: “La felicità”.
È una giornata di gioia e di famiglia quella del 100° compleanno di Sr Adelina: arriva una lettera di gratitudine e di augurio della Madre, Sr Yvonne Reungoat, una lettera e un mazzo di fiori del Sindaco di Marino consegnati dall’Assessore ai servizi informativi, controllo e innovazione tecnologica a servizio del territorio e del cittadino, dott. Saverio Audino, c’è l’Ispettrice e un gruppo di FMA di case di Roma e Colleferro, la Comunità SdB di Castel Gandolfo, la Comunità del Noviziato.
Alla celebrazione eucaristica, presieduta dal nipote Sdb, Don Agostino Corbanese, siamo tutti uniti nel rendere grazie per la vita e la testimonianza gioiosa, semplice e generosa di sr Adelina.
Intervistata, racconta: “La mia vocazione è nata così: il parroco al momento della Prima Comunione ci ha detto che potevamo chiedere una grazia ed io ho chiesto di essere suora. Abitavo a Lovadina, in provincia di Treviso, Mia mamma non voleva che mi facessi suora, perciò non mi mandava a Conegliano ad incontrare le suore. Allora, approfittando della venuta di una mia amica che lavorava dalle FMA a Colleferro, convinsi mia mamma a lasciarmi partire per accompagnarla. Non tornai più a casa, ma poi la mamma, il giorno dell’ingresso in Noviziato, venne e mi abbracciò con tanto affetto.”
Sr Adelina risponde con prontezza alle domande, mostrandosi contenta di poter condividere la sua esperienza. Ripete con insistenza che nella sua vita ha affrontato molti sacrifici, ma che l’obbedienza alle Superiore, le Costituzioni “sempre in tasca” e, soprattutto, l’aiuto di Maria Ausiliatrice, l’hanno sempre sostenuta, mantenendola serena.
Dopo la prima professione nel 1941, fece la cuoca per 13 anni presso la Comunità “Sacro Cuore” a servizio dei SdB e del Convitto maschile, a Roma “Asilo Macchi” (ora “San Saba”) e a Rieti Convitto. A causa di difficoltà di salute venne inviata ad Arsoli. Dopo qualche tempo, le chiesero di rimanere lì per occuparsi di 40 orfani tra i tre e i sei anni.
Sr Adelina ricorda di essersi spaventata di tale richiesta: mai si era occupata direttamente di bambini! Si rivolse con tutte le sue forze alla Madonna: “Tu sai tutto, io non sono mai stata con loro, mi devi aiutare! Mi devi aiutare! Ero proprio disperata… ma poi mi sono ripresa in salute, Lei mi ha aiutato. In quei 13 anni, nessun bambino si fece mai male”.
Furono questi anni molto sofferti a causa delle privazioni e del grande lavoro che la cura dei bambini richiedeva. Pochi gli aiuti: una ragazza, solo due suore, senza Direttrice. Andava a trovarle una volta al mese una suora incaricata dall’Ispettrice.
Nel 1967, per altri 13 anni fu assistente delle universitarie a L’Aquila. Anche questi lasciano una traccia indelebile: “Sono stata per loro come una mamma. Finito il Liceo, le ragazze venivano a L’Aquila per frequentare l’Università e si sentivano libere, ma le rimproveravo con fermezza per evitare che si lasciassero sviare. Insomma, io le trattavo come figlie e mi prendevo cura di loro come una mamma. Mi ricordano e mi cercano ancora”.
Dopo la celebrazione eucaristica, il pranzo che non può concludersi se non con una grande torta realizzata dalle cuoche della casa, Patrizia e Lisy. Sr Adelina spegne le candeline e si commuove perchè, dice: “Non me lo aspettavo. Grazie”.
Durante l’omelia, don Agostino aveva sottolineato che, mentre noi rendiamo grazie per la vita di sr Adelina, lei con la sua gioia “fa rimbalzare su di noi l’infinito amore con cui Dio la ama e – dice scherzosamente – la sopporta da 100 anni”. Ecco, questa festa di compleanno, più che il dolce della torta, ci lascia nel cuore la felicità di uno splendido volto solcato dalle rughe della dedizione al Regno di Dio e della fede.
Grazie, Sr Adelina, da tutti noi!